Benvenuti!

Questo blog esce ufficialmente dall' anonimato. E' stato aggiunto ai profili di Orsetta e lo visiteranno così i suoi amici per la prima volta. Orsetta chiede solo una cosa: di mantenere la sua identità orsa nei commenti. Orsetta è curiosa di sapere cosa pensate di questa sua identità che ancora non consoscevate e vi invita a visitare gli altri blog!

P.S. Vi consiglio di leggere i Post partendo dai primi nell'archivio, essendo riordinati dal più recente e a mio parere i primi sono anche i più divertenti!

domenica 28 febbraio 2010

Baci, sciacquoni, zoccoletti e romanticismo

Mammaorsa e Papàorso discutono su chi dovrà riparare lo sciacquone.
Papàorso si è comportato un po' troppo da Orso e ha detto qualcosa come "Baciami stupida" a Mammaorsa, cosa che lui considera romantica e lei un po' meno.
Allora ha provato con "Baciami intelligente", ma Mammaorsa l'ha considerata una presa in giro.
L'ultimo tentativo di "Baciami persona perfettamente nella norma" non ha funzionato così è andato da Orsetta a chiedere una frase alla Edward Cullen.
Orsetta che aveva voglia di ridere un po' glie ne ha detta una non proprio adatta, che lui non ha capito, ma che ha ripetuto con la voce affascinante a Mammaorsa. Lei ha tentato di colpirlo con lo zoccoletto (in teoria scarpa da Orsa, in pratica l'arma più temuta dagli orsi) e lui è fuggito.
Orsetta ha provato pena per Papàorso così gli ha suggerito nell'orecchio la nuova frase.
Papàorso ha preso Mammaorsa per la vita, l'ha stretta a sè e le ha detto: " Se ci sei tu, non ho bisogno del Paradiso".
Mammaorsa si è sciolta, l'ha finalmente baciato e il romanticismo ha trionfato.
Almeno finchè lei non ha rovinato tutto dicendo: "Va bene, per questa volta lo riparo io lo sciacquone".

Orsetta pensa che non ci sia niente da fare...

mercoledì 17 febbraio 2010

Figuracce e francese

Orsetta entra in casa dopo una giornata pesante. Il telefono squilla, qualcuno risponde,
"E' per te!"
Orsetta si sta sfilando la borsa, la giacca, e dirigendo in camera.
Urla:"Richiamo dopo", mano sulla maniglia, apre la porta, "Ora mi spoglio!".
Ops. In una frazione di secondo capisce che c'è un non-orso alla sua scrivania. Toglie le mani dal maglione. Attacca un "ciao" al "mi spoglio", che ormai è tardi per ritirare.
Orsetta imbarazzata se ne va a sgridare il resto della famiglia che non l'ha avvisata che l'amico di OrsoJunior era nella sua camera, alla sua scrivania. Figuraccia. Pensava di aver concluso, invece no!
Orsetta inizierà un corso di francese, lingua che dovrà imparare entro l'esame di maggio.
Orsetta conosceva solo una frase che invece che un gentile invito a mangiare, come lei pensava, era una colorita espressione per invitare qualcuno a dormire con lei.
Orsetta ci è rimasta male, gli Orsi hanno riso e Mammaorsa le ha chiesto di dimenticarla.
Avrà davvero toccato il fondo o c'è dell'altro? Orsetta attende, sperando di non combinare altri guai, migliorare la conoscenza della lingua francese e spogliarsi solo nelle occasioni adeguate.

Mezzi pubblici

Orsetta è una pendolare.
Ha passato 5 anni a prendere l'autobus due volte al giorno. Poi ha iniziato a prendere il treno, per tre ore al giorno, tutti i giorni, per tre anni, ma ha ricominciato anche con l'autobus.
Orsetta odia i mezzi pubblici.
Ha incontrato i personaggi più strani, dai trasportatori di comodini (che ancora deve spiegarsi) al ragazzo che le vuole raccontare a tutti i costi le barzellette finchè lei non scende, anche se non è arrivata, perchè non ne può più, dal pescatore chiacchierone al suo vecchio maestro di karatè.
Orsetta non ne poteva più.
Poi, oggi, Orsetta è salita sul 17, si è messa in piedi vicino all'autista, sperando di fare in fretta.
L'autista ha insultato un automobilista che gli ha tagliato la strada e Orsetta ha pensato "sarà nervoso". Poi si è fermato alla fermata e ha sgridato il signore che è salito perchè era due metri avanti e Orsetta ha pensato "menomale che sono salita a capolinea", poi ha cominciato a inveire e commentare contro ogni persona che saliva sul bus.
E a Orsetta, che se la rideva, sembrava di odiare un po' meno gli autobus.
Nel profondo, a volte, quando trova posto dal finestrino, quando vicino non ha persone strane, quando riesce a cancellare il disgusto per i sedili marroni che dovrebbero essere blu, le piace guardare fuori e ideare storie, sognare posti mai visti, immaginare la giornata, la settimana, il futuro. E' un momento in cui finalmente le sembra di poter pensare, anzi di più. Lasciar liberi i pensieri, che diventano un groviglio di sogni e speranze, che fanno collegamenti che non saprebbe ricostruire. Ecco, in quei momenti, con la musica nelle orecchie, i mezzi pubblici non sono poi così male e Orsetta li odia un po' meno...